Psicosomatica

Il concetto di psicosomatica rimanda a tre concetti distinti: quello di psiche, quello di soma e la loro relazione. Per capire cosa si intende con “psiche” possiamo prendere spunto dalla quotidianità: gran parte del giorno infatti rimaniamo presi dai nostri pensieri, dalle nostre deduzioni, dai progetti, dalle osservazioni.. Ma se invece proviamo a pensarci in termini corporei ecco che cambia tutto, noi tutti infatti percepiamo il senso di fame, il sonno, la stanchezza dei muscoli, la pesantezza corporea.. Ed ecco come ci sembra chiaro che la mente e il corpo siano parti dello stesso uomo, ecco come appare facile percepire la nostra quotidianità in termini di corpo o di mente, a seconda della lente che utilizziamo per osservare la medesima cosa.

Ma cosa possiamo dire di psiche e soma nella loro complessa interazione? Mente e corpo non solo “comunicano” ma sono parti differenti della stessa cosa, ecco perché è tanto difficile sviscerare il loro legame e la particolare relazione che li unisce; potremo dire infatti che ciascuna si serve dell’altra nell’espressione globale dell’essere umano. Ciò che ne scaturisce saranno espressioni complesse e sfaccettate delle tantissime possibilità che ha una persona di comunicare i suoi stati interni e quello che prova, a livello sia fisico che mentale. Tuttavia a volte il risultato non è adattivo, infatti capita d’incontrare diverse malattie e patologie in uno o più dei livelli sopraccitati. Le soluzioni che diamo non sempre possono risultare ottimali per la nostra vita: può accadere che in risposta a difficoltà che non sappiamo gestire sviluppiamo un disturbo del comportamento, oppure che in seguito ad un evento particolarmente negativo incontriamo un disturbo depressivo maggiore, o che stress e rabbia ci conducano verso una risposta fisiologica di aumento di pressione con conseguente rischio di malattia cardiovascolare.

La medicina psicosomatica si propone proprio di considerare l’uomo nella sua innegabile unità funzionale, non intende in alcun modo rivoluzionare la medicina né tanto meno essere un ulteriore specializzazione. Un concetto di salute che vuole considerare non soltanto l’assenza di malattia ma anche la presenza di benessere può nascere solo dall’equilibrio tra la rappresentazione che abbiamo di noi come corpo e quella di noi come mente, non esiste un benessere psichico accompagnato da malessere corporeo né viceversa. Tutte le malattie in realtà sono psico-somatiche in quanto sono sia psichiche che somatiche, quello che cambia è la percentuale dell’una e dell’altra ma, anche se in piccola parte, ciascuna delle due è sempre presente. In questa prospettiva la malattia deve essere considerata un fenomeno ben più complesso di un semplice insieme di sintomi: si sviluppa in un insieme di cause e adattamenti che riguardano diverse sfere sia psicologiche (emozioni, cognizioni, comportamenti..) che fisiche (elementi patogeni, organi che non funzionano bene..). A seconda di come una persona reagisce agli eventi e ai cambiamenti (interni ed esterni) che deve affrontare, si svilupperà un suo particolare stato di salute (o di malattia) che cambia nel tempo e dipende da fattori che mutano in continuazione.

Attraverso la psicologia clinica è possibile far rientrare la parte fisica della malattia andando appunto a scavare nelle cause psicologiche sottostanti. Sulla base di quanto detto ne risulta una concezione innovativa del processo causale di malattia, secondo una prospettiva definita multifattoriale: la causalità diventa quindi conseguenza non di uno o più elementi ma della relazione esistente fra essi. Quello che interviene nello sviluppo di una malattia è l’insieme di tanti fattori e componenti che interagiscono e mediano tra di loro per portare ad una soluzione più o meno ottimale per tutti (Trombini & Baldoni, 1999). Sta diventando sempre più indispensabile sia una collaborazione tra diverse figure specialistiche, un approccio alla diagnosi meno sintomatico e più orientato alla psicosomatica, attraverso lo studio di quei fattori che interagiscono nel provocare e mantenere la malattia o nel ristabilire la salute. L’individuo va considerato in termini di status socioeconomico, esposizione ambientale (anche tossica), personalità e strategie di coping che mette in atto di fronte alle difficoltà.

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